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Bari, “  Festa del turbante " : in via Argiro incontro con la comunità Sikh pugliese

23/5/2017

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BARI- Domenica 11 giugno a partire dalle 10 si terrà in via Argiro a Bari la “ Festa del turbante “, un evento durante il quale sarà possibile conoscere il Sikhismo, una religione monoteista indiana poco nota in Europa.
Sarà  infatti allesito uno stand dove i particanti della religione Sikh che vivono in Puglia distribuiranno libricini e depliant e risponderanno alle domande riguardanti il loro culto. I Credenti, inoltre, mostreranno come si indossa il turbante, copricapo loro simbolo, e chiunque potrà offrirsi volontario per provarlo. La manifestazione è patrocinata dall’organizzazione Sikhi Sewa Society


​http://www.barinedita.it/eventi-incontri/10849/bari---festa-del-turbante----in-via-argiro-incontro-con-la-comunita-sikh-pugliese#.WSRyU7Bzn7Y.facebook
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«Cari giudici, per i Sikh il coltello è come per voi il crocefisso»

17/5/2017

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Un rappresentante della comunità indiana racconta la delusione per la sentenza che vieta il pugnale tradizionale e che sarebbe una limitazione alla libertà di culto. «Non ci sono casi registrati in cui un Sikh battezzato abbia usato il kirpan per offesa».«In Inghilterra i Sikh portano liberamente il kirpan. In Canada addirittura ci sono membri del parlamento che sono Sikh battezzati e quindi portano il pugnale con gli altri elementi distintivi della religione, svolgendo tranquillamente il loro lavoro». Jaspreet Singh (il cognome è uguale per tutti), vicepresidente della Sikhi Sewa Society, racconta le esperienze nel resto del mondo per spiegare quanto abbia colpito l’intera comunità la sentenza della Cassazione per cui gli immigrati devono rinunciare ai propri simboli religiosi o culturali se in contrasto con la tutela della sicurezza.

La questione si è posta con l’istanza di un indiano Sikh di Mantova che era stato multato perché aveva nella cintura il kirpan, un coltello di circa 18 centimetri. È accaduto per il pugnale tradizionale, ma poteva essere il velo islamico o l’infibulazione o qualsiasi tradizione contrasti in tutto o in parte con leggi e valori italiani. Come è successo in altri Paesi europei, dalle sentenze per il volto coperto sul posto di lavoro, alla possibilità di indossare il turbante per gli indiani nell’esercito statunitense fino alla polemica burkini in Francia.

«Il kirpan», spiega Jaspreet Singh, «è fondamentale nella nostra religione. È una delle 5 K (hanno tutti questa lettera iniziale), i 5 elementi che un Sikh battezzato deve sempre portare con sé: i kachera, i pantaloni tipici, simbolo di castità; il kes, ovvero il divieto di tagliare i capelli; il kangha, il pettine che è segno di ordine e pulizia; il kara che è un bracciale e infine il kirpan appunto». Il kirpan è considerato un’arma di difesa: nel 1699 il decimo maestro aveva inserito quest’arma come simbolo di autodifesa e difesa dei poveri. Un Sikh doveva essere pronto di fronte a qualsiasi pericolo in quanto figura di santo e soldato.

Il kirpan non lo portano tutti: solo i battezzati e comunque non tutti fanno questa scelta. In Italia su 150mila Sikh un 10% è battezzato e solo questi portano il pugnale discusso nella sentenza. Non la prima sul tema, ma la prima che mette in discussione la possibilità di portare questa arma in giro. «Rispettiamo la sentenza, ma vorremmo sottolineare il fatto che quando nelle guerre mondiali i Sikh sono venuti con l’esercito del Commonwealth inglese a contribuire alla liberazione nessuno ha detto nulla per il turbante e il kirpan».
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Mai provato a mettersi a tavolino con lo Stato italiano per fare una regola, magari una nuova legge? «Abbiamo proposto al ministero dell’Interno una riduzione delle dimensioni del kirpan, che non sono fisse, all’interno della pratica per il riconoscimento della religione. Stiamo cercando compromessi per trovare le condizioni per riuscire comunque a portarlo». Non è un’arma di offesa questo è il punto ribadito. «Per assurdo si potrebbe dire che è come il crocefisso da voi. È una cosa sacra. Non ci sono casi registrati al mondo in cui un Sikh battezzato abbia usato il kirpan con scopo offensivo».

​https://www.vanityfair.it/news/diritti/2017/05/17/kirpan-sikh-sentenza-cassazione

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Quattromila Sikh in corteo. Domenica il Te si colora

11/5/2017

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La comunità proveniente dall’India celebra la sua ricorrenza più importante. Strade chiuse intorno allo stadio Martelli per sei ore e autobus deviatidi Sandro Mortari

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MANTOVA si prepara alla pacifica invasione di oltre 4mila indiani Sikh che domenica festeggeranno la nascita della loro comunità e, quindi, della loro religione nel 1699. È il Vaisakhi, la festa più importante per la comunità che nel Mantovano conta quasi 15mila persone (un terzo ormai di nazionalità italiana), per la maggior parte occupate in agricoltura e che si raccolgono intorno ai tre templi di Rodigo, Castiglione delle Stiviere e Castellucchio, organizzatori della giornata. Quella di domenica sarà un modo per avvicinare i Sikh al resto della cittadinanza di Mantova, in un tripudio di gioia e di colori.
«Faremo un corteo nella zona di viale Te e offriremo a tutti il nostro cibo vegetariano, nello spirito dell'integrazione socio-culturale di etnie conviventi nello stesso territorio» annuncia Singh Dilbagh, rappresentante della comunità Sikh di Mantova ma che abita a Nogara. Con lui ci sono Singh Sukvinder, presidente del tempio di Rodigo, Singh Harbhinder di Gazoldo e Singh Dharam di Nogara. Tra le 11.30 e le 17.30 scatterà una serie di chiusure di strade attorno al luogo del raduno che non mancherà di provocare disagi alla circolazione cittadina.
«Invitiamo tutto il popolo di Mantova ad unirsi a noi per questa processione - afferma Singh Dilbagh - . Il nostro libro sacro non è, infatti, solo per noi Sikh ma per tutti. In questa giornata noi usciamo dai nostri templi e veniamo in mezzo alla gente per farci conoscere e per condannare ogni violenza che c’è nel mondo. La nostra religione rispetta tutte le altre e non ha fondamentalisti. Purtroppo - osserva con una punta di amarezza - la gente ci confonde con i talebani perché abbiamo le barbe lunghe, ma noi siamo diversi».
Il raduno in viale Te, davanti alla bocciofila, è previsto per le 11. Qui ci sarà uno stand che offrirà specialità indiane vegetariane già pronte e bevande (rigorosamente analcoliche). «Ci sarà anche una scuola di turbante - dice Singh Dilbagh - e chi vorrà provare ad indossarlo potrà farlo». Per i Sikh il turbante è molto importante; distingue i praticanti, che lo indossano, dai credenti; è di vari colori a seconda del sentimento che si vuole manifestare (gioia, tristezza, eccetera). Alle 13 muoverà il corteo che da viale Te uscirà alle Aquile, raggiungerà viale Isonzo per poi convergere a Porta Cerese e raggiungere via Visi; qui devierà verso via Cadioli, percorrerà l’intera via Amadei per raggiungere via Bellonci, il sottopasso di viale Montello e imboccare viale Primaticcio che riporterà la processione davanti alla bocciofila.
Durante il corteo la Polizia locale effettuerà delle chiusure di strade, che saranno riaperte mano a mano che procederà la sfilata: viale Te, viale Montegrappa e viale Isonzo (da via sant’Alessio a Porta Cerese), Porta Cerese (la chiusura interesserà la direzione di marcia viale Risorgimento verso via Parma, mentre sarà consentita la circolazione in senso contrario da via Brennero), via Parma (dal rondò con via Donati a via Brennero), via Bellonci (dalla rotatoria con via Nenni e via Donati), viale Montello (da viale Vesci a viale Montegrappa). Per tutta la giornata sarà sospeso il bus navetta di Palazzo Te, mentre saranno deviate le linee dei bus urbani interessate dalla chiusura delle strade tra le 11.30 e le 17.30. Gli autobus della linea 5 potranno accedere a Porta Cerese da corso Garibaldi per poi svoltare in via Grossi.


Fonte: gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2017/05/11/news/quattromila-sikh-in-corteo-domenica-il-te-si-colora-1.15321275
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